Riflessioni di una psicoterapeuta

L’ascolto

Opera grafica di Shamsia Hassani, “Once upon time“.

A volte mi chiedo perché ci piaccia ascoltare gli altri. Le risposte che risuonano in me sono tante. Perché posso imparare qualcosa sulla vita, sugli altri, su di me, per non essere solo, per aiutare l’altro a sentirsi meno solo, per dar valore al mio tempo. Ma come scrive Rogers, c’è qualcosa di nascosto dietro l’ascolto di qualcuno. Dietro il messaggio espresso dall’altro c’è l’universale. Dietro tutte le comunicazioni personali che realmente ascolto, sembrano esserci delle “ordinarie leggi psicologiche, aspetti dello stesso ordine che troviamo nell’universo. Quando ascolto qualcuno, c’è la soddisfazione di ascoltare questa persona e la soddisfazione di sentirsi in contatto con ciò che è universalmente vero.” (C. Rogers 1980, a way of being).

Quando ascolto profondamente qualcuno, presto attenzione alle parole, alle emozioni, ai bisogni, ai significati, al tono di voce, ma anche al significato che intuisco sottilmente, oltre l’attenzione cosciente mia e dell’altro. A volte sento un sottile lamento umano che si cela sconosciuto, al di là della superficie.

Così ho imparato a chiedermi: posso davvero percepire oltre il significato delle parole? Posso sentire le forme del mondo interno di questa persona che ho di fronte? Può esservi in me una risonanza, al punto da intuire i significati che quella persona teme e tuttavia vorrebbe comunicare?

Ascoltare comporta conseguenze, poiché dissolve l’alienazione. Quando ascolto veramente una persona, prestando attenzione ai significati importanti in quel momento, non solo alle parole ma a tutta la sua totalità, quando le faccio capire che sto ascoltando davvero i suoi significati privati e personali, allora accadono diverse cose. L’altra persona sente che sono lì vicino, non per sostituirmi giudicare o consigliare, ma semplicemente per esserci. E allora, in primo luogo si nota uno sguardo pieno di gratitudine. L’altro si sente più rilassato e vorrebbe esprimere più cose del suo mondo. Sente un nuovo senso di libertà e disponibilità verso il processo di cambiamento. Una nuova sottile speranza.

Quando un persona sente di essere profondamente ascoltata, i suoi occhi brillano, si inumidiscono. In una certa misura realistica, la persona si commuove di gioia. Come se dicesse: qualcuno mi ha ascoltato e capisce cosa mi sta accadendo.

Ci sono moltissime persone che vivono isolate, come in una gabbia o in una prigione, che non lasciano trasparire nulla all’esterno. Se ascoltiamo con acuta sensibilità, si possono cogliere dei messaggi che provengono dal profondo.

Quando si è davvero ascoltati, si è capaci di ri- percepire il proprio mondo in modo nuovo. Certe cose che sembravano aggrovigliate, possono chiarirsi pian piano, e sciogliersi sottilmente. Come una confusione che si trasforma in un flusso che scorre con progressiva limpidezza.

Valeria Papa, psicologa e psicoterapeuta

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